Spreco alimentare: parliamo del 70% considerando tutte le fasi produttive. Come cambiare rotta?
Il 70% del cibo prodotto, considerando tutte le fasi produttive dalla semina all’utilizzo finale, viene distrutto. Una percentuale insostenibile dal punto di vista ambientale ed inaccettabile dal punto di vista etico-sociale.
Lo spreco alimentare, considerando tutte le fasi produttive arriva al 70%. Come cambiare rotta?
Per produrre quel cibo sono state impiegate materie prime, risorse energetiche, risorse umane che diventano irrimediabilmente inefficaci ed inefficienti. A questo da un lato si somma l’investimento economico per gestire il rifiuto finale e dall’altro l’ulteriore investimento di risorse per soddisfare il fabbisogno nutrizionale.
Un sistema economico che quindi potremmo definire anti-economico ed illogico, ma è quello che per decenni ha pervaso il mercato.
E’ possibile invertire la rotta e trovare delle soluzioni che siano efficaci ed efficienti sotto tutti i punti di vista? La risposta è sicuramente positiva.
La Natura è la più grande alleata e maestra nel fornirci soluzioni di questo tipo.
In natura non esiste né spreco né scarto. Tutto quello che apparentemente può risultare prodotto di scarto per un ciclo produttivo diventa il punto di partenza per un nuovo ciclo ottimale ed indispensabile.
Replicare nel nostro sistema sociale, produttivo e di consumo questi modelli che la Natura ci mette a disposizione è la strada giusta da percorrere per consentire la sostenibilità del Pianeta e la sopravvivenza di tutti gli abitanti che esso ospita, anche l’uomo.
Tanti sono i segnali che ci vengono lanciati e che sostengono l’insostenibilità dell’attuale sistema: ambientali, sociali, culturali, economici, sanitari. Il cambiamento richiederà tempo e la capacità di creare sinergia tra competenze apparentemente molto lontane tra loro nell’ottica non del consumismo, ma dell’efficienza e della sostenibilità.
Questo modello è replicabile anche in cucina: sia in un ambiente professionale che domestico.
Quante volte per errori di programmazione, pianificazione, mancata sinergia con il territorio e l’utenza vengono sprecate preparazioni che hanno richiesto investimenti di energie economiche, umane, alimentari?
E’ possibile strutturare dei menù che ottimizzino ogni singolo ingrediente realizzando preparazioni sostenibili ed efficaci da tanti punti di vista?
E’ possibile trasmettere al cliente un nuovo approccio al cibo fatto oltre che di condivisione e piacere anche di sostenibilità? Vieni a scoprire come, iscriviti alla mia newsletter Form nella home page del sito.